Draisina Bike Apartments
Appartamenti pensati da cicloturisti per cicloturisti
Accomodation designed by cycle tourist for cycle tourists
Draisina Uno
Draisina Due
Draisina Room
Amenities
Ecco cosa troverai a disposizione negli appartamenti
Draisina UNO & DUE
3 PERSONE MAX
2 CAMERE
2 LETTI
1 BAGNO
Draisina Bike Room
2 PERSONE MAX
1 CAMERA
1 LETTI
1 BAGNO condiviso
vista giardino
DRAISINA UNO & DUE
- Il riscaldamento è elettrico a pavimento con temperatura differenziata in ogni camera
- Aria condizionata canalizzata
- Ferro da stiro, stendino, aspirapolvere
- Area di lavoro con scrivania, spazio per un laptop e una sedia su cui è comodo lavorare
- prese USB
- TV interattiva - Netflix -
- Amazon Prime
- canali satellitari -
- Wifi veloce
CAMERA E BAGNO
- Lenzuola in cotone alta qualità
Extra cuscini - grucce - extra coperte - Asciugamani e teli bagno
- tappeto doccia
Phon - Shampoo - doccia schiuma - Sapone mani, e carta igienica. specchio ingranditore -
- doccia 80 x 170 a pavimento
La nostra biancheria proviene da un'azienda certificata
UNI EN ISO 9001:2015-
UNI EN ISO 14001:2015
UNI EN ISO 14065:2016
CUCINA
- Pentole e padelle, bicchieri, calici vino
- insalatiere, ciotole,
Piatti e posate coltelli - taglieri -sotto pentola - presine
- Microonde
- Forno
- Frigorifero
- Piano induzione
- olio, sale e pepe
- macchina caffè - capsule caffè
- Bollitore - the, tisane - zucchero
- bottiglie acqua gasata Sodastream
- Tovagliette - Scottex
- tostapane
- spremiagrumi elettrico
ESTERNO
Draisina Uno, Due o Room.....
Rilassati: sei a casa........
qualcosa di me....
Benvenuti!
Mi chiamo Loretta e la mia grande passione è la bicicletta: da anni mi muovo solo in e-bike e non utilizzo l’auto. Ho tracciato e preparato tanti percorsi ciclabili per chi desidera scoprire il territorio in modo lento e sostenibile, condividendo con me questa passione. La nostra casa si trova a soli 500 metri dall’ingresso del Parco dei Lagoni di Mercurago, un’area naturale di straordinaria bellezza e riconosciuta come sito UNESCO.
Ospitalità autentica
Da sempre amo incontrare persone, culture e tradizioni diverse. Per me accogliere significa offrire non solo un luogo dove soggiornare, ma anche un’esperienza di benessere, familiarità e rispetto per l’ambiente.
Ho personalmente progettato e arredato i miei appartamenti con creatività e attenzione, recuperando oggetti e mobili per dare vita a spazi originali e unici, che uniscono calore e autenticità.
Sostenibilità e comfort
Credo fortemente in uno stile di vita sostenibile e ho voluto che questo fosse parte integrante della mia ospitalità. Per questo:
- utilizzo un gasatore per l’acqua del rubinetto, fresca e buonissima, così da ridurre il consumo di plastica;
- la biancheria da letto e da bagno proviene da un’azienda certificata, garanzia di qualità e rispetto ambientale;
- la raccolta differenziata dei rifiuti è parte del nostro quotidiano;
- il riscaldamento a pavimento con temperatura regolabile in ogni stanza assicura comfort ottimale e consumo responsabile;
- i pannelli fotovoltaici producono energia rinnovabile, contribuendo a un impatto ridotto;
- è disponibile una colonnina di ricarica per auto elettriche, per chi viaggia in modo sostenibile.
Un tocco in più
Durante la stagione, gli ospiti possono inoltre usufruire gratuitamente dei prodotti del nostro giardino, per vivere un’esperienza genuina e legata alla natura.
Vi aspetto per condividere non solo un alloggio, ma uno stile di vita fatto di accoglienza, attenzione e rispetto per l’ambiente.
Origine del nome DRAISINA
Ho scelto il nome "Draisina" perchè è la "mamma" della bici!
Karl Friedrich Christian Ludwig Freiherr Drais von Sauerbronn in breve Karl Drais.
Nel dicembre 1813 a Karlsruhe presentò allo zar Alessandro I, in viaggio per il Congresso di Vienna, la prima di queste due macchine, dotata di quattro ruote e chiamata Fahrmaschine ("macchina per viaggiare"). Lo zar ne fu entusiasta e gli donò anche un anello con diamanti, ma il macchinario non ebbe successo.[1] La seconda macchina, che chiamò Laufmaschine ("macchina per correre"), era invece fornita di due ruote di legno con otto raggi ciascuna e di un manubrio mobile per la direzionalità ed avanzava grazie alla spinta dei piedi sul terreno.[1] Si trattava del veicolo poi noto come draisina, una primitiva versione di bicicletta senza pedali.
Il primo viaggio riportato dalle cronache avvenne il 12 luglio 1817 da Mannheim a Schwetzingen (ora un sobborgo di Mannheim) e ritorno, sulla distanza di 28 chilometri, coperti dallo stesso Drais sulla sua Laufmaschine.[1] Nello stesso anno egli fece un secondo viaggio da Gernsbach a Baden-Baden e un altro da Karlsruhe a Kehl, su un percorso di 78 chilometri.[1] Il 12 gennaio 1818 il granduca di Baden Carlo II conferì a Drais, per l'invenzione della Laufmaschine, il Großherzogliches Privileg, assimilabile al brevetto dei nostri giorni[1] (a quel tempo in Baden non vi era una legislazione specifica in merito). Carlo II assegnò inoltre a Drais il titolo di professore di Meccanica – si trattava di un semplice titolo onorario, che non aveva niente a che fare con l'università o altre istituzioni -.
Anche la Francia, il 17 febbraio 1818, conferì il brevetto al barone, per quello che venne chiamato per la prima volta in francese vélocipède o, dal nome dell'inventore, draisienne. Il 5 aprile 1818, ai Giardini del Lussemburgo a Parigi, venne data dimostrazione del nuovo veicolo.[1] Il Journal de Paris diede annuncio di uno spettacolo a pagamento, una corsa di velocipedi da svolgersi su un percorso di trecento tese, pari a 585 metri.[1] I biglietti costavano un franco e mezzo per gli uomini, un franco per le donne, mezzo per i bambini: all'evento assistettero 3000 spettatori e vennero incassati 3600 franchi. L'evento incuriosì, ma non entusiasmò; ciò nonostante l'uso della draisina cominciò a diffondersi.[1]
Nello stesso anno concessero il brevetto a Drais anche la Prussia, la Baviera e, il 22 dicembre, l'Inghilterra (qui la draisina venne chiamata hobby horse, cioè "cavallo da divertimento"); nel 1819 anche il Belgio e gli Stati Uniti. Ciò nonostante, però, la domanda venne inizialmente rigettata a Vienna, capitale dell'Impero austriaco, e a Francoforte, capitale della Confederazione germanica.[1] La macchina subirà comunque ulteriori modifiche nei decenni seguenti, fino all'introduzione del pedale, attribuita a Pierre Michaux, e alla nascita dell'odierna bicicletta.
Nello stesso periodo Drais si ritirò dal servizio civile, continuando però a ricevere il suo salario alla stregua di una pensione. Dal 1822 al 1825 partecipò ad una spedizione tedesca in Brasile, organizzata da Georg Heinrich von Langsdorff. Drais era un convinto democratico e nel 1849 rinunciò al proprio titolo nobiliare e alla particella von del cognome. Dopo il fallimento della rivoluzione borghese del 1848-1849, i realisti tentarono di farlo dichiarare malato di mente ed internare. La sua pensione venne confiscata e Drais morì in povertà nel 1851.